giovedì 28 luglio 2016

I posteggiatori delle Rive

Gianfranco Carbone critica la decisione del Comune di spostare i parcheggiatori abusivi sulle rive, sostenendo che questo non risolve il problema e "…:Questo innescherà altre reazioni e di ordinanza in ordinanza si inaspriranno le tensioni. Poi si dirà che vanno espulsi (ma da chi?), qualcuno immaginerà di nuovo ronde per far rispettare la legge è così via". A me questi parcheggiatori danno fastidio, ma capisco il loro dramma. Spostarli non e' ne'un problema di democrazia ne' la soluzione. La realtà è che vorremmo aiutarli ma non sappiamo come. O meglio, deleghiamo alla Caritas perché non abbiamo il coraggio di condividere con loro neanche i nostri avanzi. E nel nostro sistema democratico- "capitalista" e' più facile abbandonarli, perché il modello di società pensato anni fa non va più bene alla luce delle novità, come le migrazioni, la globalizzazione e il terrorismo islamico.

domenica 24 luglio 2016

Gioco del rispetto, i politici non scadano nella bagarre

Il Gioco del rispetto è diventato un nodo gordiano e si trascura il motivo per cui è stato introdotto nelle
scuole, cioè le pari opportunità. Dipiazza ha iniziato il suo mandato risolvendolo modo suo, tagliandolo, novello Alessandro Magno, buttando via però il bambino (le pari opportunità) con l'acqua"sporca" (la teoria del genere, finalizzata a realizzare cambiamenti di mentalità e della società). Bene ha fatto quindi Cosolini a criticare il decisionismo culturale di Dipiazza sui temi della coscienza civile di una comunità. 
A fronte di titoli come “Giochi osé all'asilo”, “Follia dei giochi gender”, “Lezioni porno all'asilo” in genere da parti più estremiste del centrodestra, vi è stata una levata di scudi a sinistra più contro queste che di difesa del gioco stesso. 
Sarebbe un errore però sottovalutare la diffidenza sulla teoria del genere, visto che gli studi propongono una nuova suddivisione sul piano teorico-concettuale tra gli aspetti dell'identità sessuale: il sesso (corredo genetico) e il genere (costrutto culturale). Inoltre, compaiono sempre più articoli che non solo mettono in discussione la famiglia tradizionale in un'ottica di rispetto dei diritti di tutti, ma trattano talora anche del superamento dell'identità sessuale. 
C'è anche una certa confusione nata dal fatto che gli studi di genere sono poco noti e che i termini usati sono spesso poco "decifrabili" ai più (A. sessi e genere; B. l'identità sessuale è un costrutto costituito da quattro distinte componenti: sesso biologico, identità di genere, ruolo di genere, orientamento sessuale; C. parità di genere, pari opportunità, uguaglianza di genere, identità di genere, identità sessuale). Tutto ciò ha contribuito a creare contrapposizione e a non valutare bene il Gioco stesso, creando anche altri malumori, in quanto sembra che il centrosinistra contesti a Dipiazza solo il fatto di aver tagliato il Gioco del rispetto. 
Appare così a parecchi che la parità di genere sia il tema che interessi di più la sinistra. Questo ha impedito di affrontare alcuni suoi aspetti che hanno suscitato perplessità a molti, spesso limitate per non sembrare maschilisti. Ne accenno alcuni, fonte di polemica più che il Gioco stesso.
  1. Gli studi di genere, stimolati dall'Oms che ha un alto valore culturale ma poco pratico, sono ancora in una fase teorica e il Gioco non è validato a livello scientifico.
  2.  L'assunto che, partendo dalle pari opportunità, affrontando la questione di genere si arrivi a "mettere al riparo da discriminazioni e violenze di genere" non è dimostrato. 
  3. Nel Gioco maschi e femmine sono vestiti uguali, tanto da far ritenere che essere vestiti uguali sia fondamentale per la parità dei diritti tra maschi e femmine, sinora ingiustamente svantaggiate. Una donna può essere valida in un lavoro "maschile" anche se veste in modo iperfemminile. Conosco chirurghe con tacchi a spillo che son bravissime. 
  4. Gli accenni alle parti del corpo possono ben creare qualche imbarazzo. "...le pari opportunità sono rivoluzionarie e possono provocare grandissimi cambiamenti nella nostra società." Non specificando di che tipo siano questi ultimi, è comprensibile che molti si preoccupino.
  5.  " E si sa, il cambiamento spaventa sempre un po', perché ci toglie le nostre certezze, anche se sono sbagliate" non può essere letto come una provocazione del tipo noi abbiamo ragione, voi avete torto? "...intervenire per trasformare gli stereotipi". Ma chi garantisce che tutti gli stereotipi siano sbagliati?
  6.  Si sostiene che tolti gli stereotipi, i bimbi son più liberi e quindi, con l'aiuto dell'insegnante, sono risolti i problemi. Troppo semplicistico. 
  7. I minori non sono obbligati a partecipare al Gioco a scuola, ma se non aderiscono, ne vengono esclusi e di fatto si crea una situazione di disagio proprio là dove si voleva evitarla.
  8.  Dopo il test nelle nostre scuole, il Gioco ora viene venduto a 24,40 euro. Il tutto sembra ridursi a un fatto commerciale. 
E oramai convinzione diffusa che una società delle pari opportunità e del rispetto reciproco non è solo più giusta, ma anche più efficiente nel dare le risposte ai bisogni delle persone, ma il Gioco del rispetto, anche alla luce delle polemiche non tutte campate in aria, non appare la via più condivisa per arrivarci. 

Proseguire nella discussione tra politici significa confondere tanti temi in questione, prestando il fianco ad accuse d’invasione di campo e purtroppo anche a furori oltranzisti e reazionari, che talora il stesso centrodestra evita. Siccome tutti noi abbiamo bisogno delle pari opportunità, senza estremismi, affrontiamole in maniera condivisa nell'ambito della cultura. 

sabato 23 luglio 2016

L'ultima segretaria del PD TS

Adele Pino e' la nuova segretaria del Pd Ts candidata da altri, di cui immagino i nomi ma che non si sono presentati.
Meglio dire l'ultima, in quanto speravo in un rinnovamento più deciso. Di nuovo nulla. Un giudizio dopo averla vista all'opera, anche se dal suo intervento non ho sentito nulla che mi faccia pensare al necessario cambio di rotta. Se mi sarà consentito, son pronto a dar una mano. Peccato che 45 componenti dell'assemblea su 78 non si son fatti vivi e che le proposte di rinnovamento unitario uscite dalla precedente assemblea siano state trasformate nella vittoria dei vecchi.