sabato 18 luglio 2015

La gente per bene e la violenza

Il pestaggio dell'Ausonia. Quelli che hanno capito tutto mi hanno augurato su Triesteprima che la mia progenie venga pestata. La gente per bene tace. Se succedesse un altro episodio di violenza, potremmo recriminare di non aver fatto nulla, " giocato sempre di rimessa e sottovalutato il problema sicurezza, non tanto l'emergenza che a Trieste non c'è, quanto la percezione dell'opinione pubblica...merito anche della stampa"? Il virgolettato riporta l'opinione di un amico.

venerdì 17 luglio 2015

Basta con le risse, basta con le paure

I recenti episodi di violenza a Trieste che hanno visto coinvolti stranieri non sono certo gli unici che son successi nella nostra città, in quanto ce ne sono stati in passato anche solamente tra italiani. Il fatto però che si tratta di stranieri provoca la solita richiesta di repressione, tipica di chi non ha la conoscenza approfondita dei problemi e non ha idee per affrontarli oppure, come è il caso della Lega Nord, “l'offerta” di ronde padane. Queste esprimono più che altro la sottocultura fanciullesca del gioco del poliziotto contro il malvivente. Nella realtà lasciamo fare questo alle Forze dell'Ordine che lo sanno fare bene, anche perché sono i primi a lavorare sulla prevenzione degli incidenti piuttosto che sulla loro repressione.
Ronde e repressione creano un circuito di rancori e diffidenze nelle due parti, ma ancor di più in chi ha una comprensibile difficoltà ad integrarsi e cerca nel gruppo la soluzione ai suoi problemi. Questo diventa così un modo per nascondere le paure, tanto da affidarsi al bullo di turno che diventa l'eroe, anche se negativo, bisognoso di dimostrare in continuo la sua forza, pena la perdita di leadership, fino ad arrivare alla violenza.
L'unico modo di prevenire ulteriori episodi di violenza e impedire un peggioramento degli attuali buoni rapporti tra le comunità presenti a Trieste è l'incontro tra le comunità stesse e i loro rappresentanti, per trovare assieme le soluzioni a una situazione che rischia di essere alimentata solamente per biechi motivi elettorali. Propongo quindi non solo il singolo incontro organizzato per i media, quanto una serie di occasioni per favorire il dialogo e la comprensione reciproca, tanto da instaurare un metodo duraturo di confronto con le persone rappresentative delle comunità, a partire dalla Consulta degli immigrati. Non può essere trascurato però che chi sceglie di venire nel nostro Paese e nella nostra città lo fa non solo per trovare lavoro, m anche perché sceglie e accetta la nostra cultura, le nostre leggi e il nostro stile di vita.
Quando riceviamo un ospite nella nostra casa, gli spieghiamo sempre qualcosa che renda confortevole la sua presenza e non lo lasciamo all'oscuro di tutto ciò che potrebbe creare a lui e a noi qualche problema. Ritengo quindi che spetti a noi triestini fare il primo passo, anche se assieme poi sarà più facile trovare le soluzioni.