Questo è il mio intervento in Consiglio comunale in occasione dell'audizione
dell'Assessore Telesca.
Ringrazio
l’assessore Telesca per aver accettato il nostro invito, anche per aver
compreso, con la sua presenza, che noi non abbiamo solo bisogno di generici
dati, ma anche di un confronto
politico perché la sanità rappresenta uno dei più alti sensi di comunità che una società civile possa avere.
Sono ben
conscio che siamo in un periodo di crisi economica, con conseguente ridotto
gettito fiscale e quindi riduzione delle risorse anche per la sanità. Perché
non possiamo togliere risorse alla ripresa economica che ci può garantire nuovi
posti di lavoro e quindi progressiva partecipazione con le entrate fiscali, che
non vadano a nuocere alla vita delle
famiglie e delle imprese..
Ma possiamo togliere soldi alla salute? No, se si tratta di
ciò che serve effettivamente, sì se si tratta di sprechi, che in Italia rappresentano anche più del 1%
del PIL
Dobbiamo
riorganizzare, ma non togliere servizi necessari. In questo senso è opportuno
il richiamo della Regione a una maggiore efficienza
Siamo
però colpiti dalla notizia, quasi
improvvisa, che la sanità triestina debba andare incontro, in breve tempo,
a un’importante riduzione del finanziamento per risultare “corrispondente” alla nuova misura di
valutazione dei costi, quelli standard.
perché
in quasi 20 anni di SSR mai si è parlato di costi più elevati per Trieste.
Certo, dobbiamo considerare che i 5 anni
di evanescente gestione del centrodestra non hanno consentito alcuna analisi
del sistema
Segnalo che uno studio dell’AGENAS* presentato
a un convegno del 2012 a cui ho partecipato, ha evidenziato che AOUTS ha avuto performance cliniche e
di spesa in linea con altre aziende simili, nonostante una localizzazione
geografica sfavorevole, ma performance sicuramente migliori sull’utilizzo di
farmaci e dispositivi medici.
Diventa
così necessario un lavoro da fare
assieme, aziende, operatori e Regione, per individuare i punti critici
per arrivare alle proposte di soluzione che coinvolgano gli operatori, per evitare che tagliati gli eventuali
rami secchi, altri si secchino di nuovo.
Vista
questa situazione, ben vengano le risorse aggiuntive per Trieste preannunciate dall' assessore Telesca.
Recentemente molti primari delle 3 aziende hanno firmato un documento che chiede che
queste siano sede di HUB
transfrontaliero, in quanto convinti delle potenzialità della sanità
triestina.
Pochi
giorni fa uno di questi mi han detto che Trieste ha le caratteristiche giuste
per affrontare questa sfida, ma è ben conscio che non è più tempo di sprechi,
magari graditi, ma non indispensabili
alla salute o alle professionalità degli operatori.
Spero quindi che quanto prima ci sia un altro documento che coinvolga tutte le
figure professionali, quelle che sono sul campo, pronte a lavorare su questi
due fronti, l’appropriatezza degli interventi sanitari e il posizionamento
di Trieste come centro di alta qualità, motore non solo di salute, ma anche di
richiamo di risorse economiche.
Se
ne viene fuori bene solo assieme, senza i pericolosi e demagogici allarmismi, che
piacciono ad alcuni del centrodestra, che sfruttano l’emotività dei cittadini, ma non ne fanno il loro bene.