giovedì 21 marzo 2013

L'unico antidoto è la buona politica

Così, giusto per chiarire qualche ragionamento superficiale
L’UNICO VERO ANTIDOTO È LA BUONA POLITICA. Il Piccolo 21.3.2013



di DINO AMENDUNI Dopo mesi di tentativi andati a vuoto, il centrosinistra ha creato i primi imbarazzi al Movimento 5 Stelle e questo è accaduto non a causa di scelte comunicative efficaci ma esclusivamente grazie alla buona politica e a una sorta di effetto virtuoso Boldrini-Grasso. Prima di sabato scorso gli argomenti anti-Grillo non avevano funzionato perché i difetti addebitati al Movimento 5 Stelle sono presenti, da tempo, nelle forze politiche tradizionali. Qualche esempio: 1. Nel Movimento non c’è democrazia interna. Difficile ricordarsi episodi in cui Forza Italia e il Pdl (cioè Berlusconi) hanno preso decisioni in modo collegiale. È altrettanto difficile considerare alcune scelte del centrosinistra (ultima: i famosi candidati “paracadutati” dopo le Primarie per il Parlamento) coerenti con il concetto di democrazia interna. 2. I candidati al Parlamento del M5S sono inesperti. Vero, succede nel M5S come è successo tante altre volte nelle ultime elezioni (2006-2008-2013) col Porcellum. Parlamentari senza né voti né talento sono stati eletti al primo mandato e in alcuni casi persino al secondo. 3. Grillo attacca l’articolo 67 della Costituzione e non lascia i grillini liberi di votare autonomamente. Ricordate molte circostanze in cui i parlamentari all’interno dello stesso gruppo parlamentare, nel recente passato, abbiano votato secondo coscienza e non secondo le indicazioni del capogruppo? (Ruby nipote di Mubarak valga come esempio generale). 4. I parlamentari del Movimento 5 Stelle sono irresponsabili perché non fanno accordi per il bene del Paese. Chissà quanti governi, quante giunte, quante maggioranze sono crollate (contro la volontà degli elettori) per beghe di partito, ricatti incrociati, correnti, interessi personali e comunque per nulla che avesse a che fare con il buon governo (e aggiungo: è difficile allearsi con forze politiche negli anni ti hanno prima ignorato, poi deriso, poi talvolta insultato). 5. Grillo non consulta la base per le decisioni riguardanti le alleanze. Sostituite “Grillo” con un qualsiasi altro nome di un leader politico nazionale degli ultimi anni: il risultato non sarà poi cos?ì differente. 6. Se Grillo ci riporta a votare presto, perderemo 390 milioni di euro per organizzare nuove elezioni. Vero anche questo. Ma ci siamo dimenticati di tutti gli election day boicottati in questi anni per mere ragioni di opportunità politica? Utilizzare questi argomenti è stato e sarà inutile. È bastato indicare due nomi di alto profilo istituzionale come Laura Boldrini e Piero Grasso, due nomi nuovi alla politica ma non per questo inesperti, portatori di chiari riferimenti simbolici in discontinuit. con i loro predecessori Fini e Schifani, per creare imbarazzo al Movimento 5 Stelle, soprattutto al Senato dove i grillini erano decisivi. Sono bastate due frasi di Boldrini e Grasso («ci riduciamo lo stipendio del 30%» e «faremo lavorare i parlamentari dal lunedì? al venerdì, il doppio delle ore, ci sembra il minimo») per far saltare il coperchio in un istante su ciò che non è stato fatto nel precedente Parlamento (a maggioranza di centrodestra). Tutto questo offre tre insegnamenti al mondo politico “tradizionale”. 1: il Movimento 5 Stelle è una forza politica e va contrastata politicamente, inutile fissarsi troppo con la comunicazione. 2: i grillini sono il sintomo, non la malattia. Il loro consenso diminuisce al miglioramento dei processi democratici delle forze politiche tradizionali. 3: il Movimento 5 Stelle è una variabile dipendente della politica italiana, perciò Pd e Pdl dovrebbero guardare a casa propria e spingere su un rinnovamento radicale, più che concentrarsi sui difetti del M5S. di Dino Amenduni

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