Finalmente
qualcuno parla apertamente della vera base di un pensiero giacobino
diffuso tra alcuni che si occupano di sanità: il nemico del paziente
è il medico e quindi va sconfitto, come più o meno sostiene Pier
Aldo Rovatti nel suo articolo pubblicato sul Piccolo il 12 agosto.
Concordo che un malato richieda un'attenzione speciale anche se
l'umanizzazione del rapporto medico-paziente dipende da tanti
fattori, tra cui la pressione esercitata dal sistema sui
professionisti della sanità che sembrano talora un limone da
spremere. Questi non sempre hanno la giusta serenità per dare
quell'attenzione speciale che spesso il paziente non ottiene come
vorrebbe, tanto da trovarla comunque inadeguata.
Penso
che taluni medici possono creare direttamente ostacoli al miglior
funzionamento della sanità per interesse privato (legittimo o meno)
o indirettamente per vari motivi. Questi possono essere le scarse
conoscenze scientifiche (ci sono “solamente” 10.000 riviste
mediche mensili da leggere ogni mese per essere aggiornati al 100%),
le delusioni per non riuscire a salvare tutti i malati, le
frustrazioni per la complessità del lavoro e il pesante stress
lavorativo, il cosiddetto burnout (i medici dell'area d'emergenza
sono i più colpiti tra tutte le professioni). Immagino che anche
quello del filosofo deve essere terribile.
Ma
la sanità è sistema complesso con tanti protagonisti oltre ai
medici, come gli infermieri, i vari tecnici, i manager, i politici,
l'industria farmaceutica, i media e i pazienti stessi. Questi ultimi
non sono sempre vittime del sistema, in quanto talora richiedono o
pretendono esami inutili, collaborano al loro percorso
diagnostico-terapeutico in media solamente nel 25% dei casi e ricorrono alle
vie legali molto frequentemente senza una reale giustificazione.
Questo può creare una comprensibile anche se ingiustificabile
medicina difensiva che alla fine solleva tante critiche.
I
muri tra sanitari e utenza vanno abbattuti, ma non in modo
unilaterale e non applicando direttamente i principi filosofici
di tanti tra cui Foucault, vero guru di questo pensiero giacobino. La
filosofia aiuta a mettere in discussione le nostre certezze e a
esplorare nuove possibilità di conoscenza, ma non certo a trovare
soluzioni praticabili nell'immediato.
La
riforma sanitaria del Friuli Venezia Giulia di cui parla Rovatti nel
suo articolo e di cui spero di poter parlare a breve, necessita di
partecipazione e condivisione, non certo di questa inutile e
ingiustificata contrapposizione.
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